Si pensa sempre che chi fa il venditore lo fa come un lavoro di ripiego.

In realtà fare il venditore richiede numerose skills e parecchia conoscenza delle relazioni umane.

Il venditore, infatti, è lo specialista delle relazioni umane.

Purtroppo però è un lavoro molto spesso sottovalutato e snobbato anche da giovani ragazzi o ragazze, che piuttosto vanno a fare lavori sottopagati dove hanno uno stipendio fisso invece che approcciarsi al mondo delle vendite. E questo perché il venditore molto spesso nelle aziende viene maltratto o messo da subito sotto pressione.

Ovviamente questo tipo di atteggiamento limita e scoraggia l’ingresso a tutte quelle persone che devono crescere nel ruolo di venditore e che, di fatto, non sono “nati” con questa capacità.

Una delle domande che infatti mi viene posta più spesso è: “ma venditori ci si nasce? O ci si può diventare?”

La mia risposta è sempre e solo questa: in quanto essere umani possiamo diventare tutto ciò che vogliamo essere. Se solo ne avessimo davvero volontà!

Il lavoro del venditore prevede un sacrificio iniziale che magari altri lavori mascherano meglio.

Mi spiego: se tu vuoi fare l’avvocato, sta di fatto che devi farti 7 anni di università e praticantato, più l’esame per l’abilitazione. Dico bene?

Va da se che hai fatto un sacrificio di 7 anni per arrivare a fare prima il porta borse e poi forse l’avvocato. Il tuo stipendio medio è circa di 3000€ al mese lordi ma tu sei un avvocato e quindi va bene così.

Se avessi speso lo stesso identico tempo nella vendita, in dieci anni probabilmente avresti costruito ad oggi un pacchetto clienti che vale milioni.

Ti basta pensare che io in 4 anni ho creato un pacchetto clienti da 3.8 milioni di euro.

Il problema è tutto nel dialogo mentale che sta nella tua testa e che ti è stato tramando dalla tua famiglia: ovvero che fare il venditore è brutto, mentre fare l’avvocato è prestigioso.

Sta di fatto che ho un sacco di amici che da avvocati fanno la fame e un sacco di colleghi che da venditori se la spassano con il macchinone.

Questo per dirti che, nella vita, conta quanto vuoi stare bene. Non conta quello che le persone diranno di te. Perché tanto le persone diranno sempre qualcosa di te. Sia di buono che di cattivo.

Sta di fatto che le scelte che prendi oggi condizioneranno tutto il tuo futuro.

Presto tirerò fuori un annuncio di lavoro per trovare nuovi collaboratori nel mondo della vendita. E vi prego di pensare e riflettere che la laurea non è tutto per la riuscita del tuo futuro ma anzi, a volte, è un impedimento perché è la tua giustificazione al fatto che vorresti di più di un semplice rimborso spese o uno stipendiuccio da quattro soldi. Perché TU hai studiato e quindi te lo meriti e finisci per non fare nulla se non continuare a lamentarti.

Purtroppo, o per fortuna, non funziona così. A me, per esempio, che tu sia laureato o meno non frega assolutamente un cazzo se ti vuoi candidare come venditore o venditrice.

Quello che mi interessa invece è, per esempio, quanto sei disposto a metterti in gioco. Quanto sei disposto a comprendere te stesso e gli altri. Quanto sei disposto a studiare libri e manuali di vendita. Come te la cavi con i numeri e quanto per te conta essere libero, onesto e giusto nella tua vita.

Queste sono le caratteristiche di un venditore quasi perfetto. Poi manca la pratica, la caparbietà e la pazienza.

Un pizzico di profonda conoscenza delle leggi della vendita che inglobano anche quelle del marketing e sei good to go.

E invece continuo a vedere gente che si laurea e poi va a lavorare nei call center forti della giustificazione: “eh ma non c’è lavoro”.

Mi dispiace davvero tanto perché il lavoro c’è, msolo che tu hai speso il tuo tempo a prepararti nella maniera sbagliata.

Non sto dicendo che è sbagliato fare un percorso di studi, bada bene, quello che sto dicendo è che i percorsi di studi che la maggior parte delle persone sceglie oggi, almeno che non prevedano un iscrizione all’albo, sono pressoché inutili e non hanno più il potere di garantirti uno stipendio fisso.

Infatti sono convinta che sempre di più, mano a mano che andiamo avanti, non ci saranno più dipendenti ma solo collaboratori.

Collaboratori che dovranno imparare come vendersi e come produrre un risultato REALE per l’azienda per cui lavorano.

Sapere VENDERE è una skill importante nel mondo di oggi perché la vendita è ovunque. Ed essere ancorati all’idea che ti è stata tramandata che vendere “fa brutto”, che far spendere i soldi alle persone è sbagliato, ti renderà solo uno schiavo dei contratti a progetto e di miseri stipendi.

Adesso ti svelo il segreto per un rapporto professionale perfetto.

Il segreto è tutto in questa frase: “finché porta vantaggio ad entrambi”

Non dovresti accettare da imprenditore un dipendente o un collaboratore che non sta facendo il tuo bene, quello della tua azienda e dei tuoi clienti, così come, da dipendente o da collaboratore, non dovresti accettare di lavorare per un imprenditore e quindi per un azienda che non fa il tuo bene, il bene dei clienti e quindi dell’azienda stessa.

Semplicemente perché non avete, uno in un caso e uno nell’altro, nessun tipo di futuro né da soli né insieme e quindi, di fatto, almeno uno dei due sta perdendo tempo.

Il problema è che molto spesso ci si accontenta. Ci si accontenta di avere un collaboratore che vola senza un’ala o di un posto che “ma si alla fine mi pagano lo stipendio puntuale, sticazzi”.

Io non vivrei così nemmeno per tutto l’oro del mondo. Nella frustrazione di fare qualcosa di cui non me ne frega assolutamente niente e dove ,per di più, si guadagnano quattro spicci.

Viceversa

Non vorrei mai a lavorare qualcuno che sta in azienda soltanto perché ha lo stipendio garantito tutti i mesi. Utopia poi, perché di garantito non c’è nemmeno la vita, cazzo.

A calci in culo fuori devi andare se non hai interesse a crescere, a migliorarti e a fare di più.

Perché questo vuol dire semplicemente essere delle persone che non hanno capito cosa vuol dire essere veramente felici e avere uno scopo nella vita.

E io non vorrei mai lavorare con chi non vuole avere uno scopo nella vita. Equivale a vivere senza cuore e con l’astio nell’anima.

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