Sai quante persone ogni giorno passano tantissimo tempo tra smartphone e pc per guardare, commentare, informarsi, comparare tutto ciò che gli passa per la testa?

Te lo dico io: tante. E, la maggior parte di queste, lo fa durante l’orario di lavoro.

Del resto, se non fosse così, i big brand di e-commerce che fatturano miliardi, non avrebbero di che sopravvivere se tutte le persone che comprano online lo facessero solamente nel loro tempo libero. Ci aveva mai pensato?

Ma questo vuol dire che, ovviamente non solo i tuoi dipendenti ma quelli di tutte le aziende del mondo, potenzialmente vengono a lavoro prestando per la maggior parte del tempo attenzione ai cazzi loro.

Certo il dramma è che queste persone però vengono pagate. Vengono pagate e non solo. Sono anche quelle che dovrebbero far crescere la tua azienda e renderla grande e prosperosa, ogni giorno sempre di più.

Ma se tutto quello che fanno è semplicemente spostare la ricchezza da te ai big brand, senza concentrarsi mai su come produrla, come pensi ci possano riuscire?

Questo ovviamente è solo un esempio di come le persone tendono a spostare la loro attenzione da ciò che stanno facendo o dovrebbero fare, a ciò che gli interessa veramente.

Stare a lavoro e controllare in maniera spasmodica social e e-commerce, in realtà nasconde il fatto che non credono realmente a ciò che stanno facendo. Probabilmente non credono in te e nella tua azienda. Non credono nel tuo progetto e nemmeno che rimarranno a lungo al tuo fianco.. E quindi in fondo, se non fosse per lo stipendio, magari non ci starebbero nemmeno nella tua azienda.

Ed è proprio questa una delle situazioni più deleterie che si può incontrare in una realtà lavorativa. La situazione in cui dipendenti e collaboratori sono letteralmente degli estranei in casa tua. E non hanno alcun interesse a far si che le cose girano come devono.

Per evitare che questo accada molto spesso ci sono imprenditori che tendono a seguire la via facile. Una volta ad esempio, leggevo di una tizia che praticava il controllo dei computer in azienda. Ecco, non è esattamente questo quello che ho in mente quando dico che la libertà è un atto di fiducia che ripaga sempre.

Ovviamente infatti in una situazione di questo tipo la soluzione come sempre non è il micromanaging.

Il controllo spasmodico dei tuoi dipendenti non è la strada giusta. Anzi. E ci tengo a ripeterlo di nuovo perché per me è una battaglia in tantissime aziende con cui collaboro e ho collaborato.

La libertà è un atto di fiducia che ripaga SEMPRE.

E funziona anche nel senso contrario.

Infatti, quando un dipendente o un collaboratore si sente libero di esprimersi, più velocemente riuscirai a vedere se è una persona sulla quale vale davvero la pena puntare oppure no.

Quindi da momento in cui le risorse che hai in azienda sono di fondamentale importanza per poter costruire e raggiungere l’obiettivo che ti sei prefissato per te e la tua azienda, ecco che la domanda che ti sto per porre dovrebbe essere un punto cruciale la cui risposta ti impegna costantemente e ogni giorno.

Come fai a rendere i tuoi collaboratori o i tuoi dipendenti, continuamente interessati e orgogliosi rispetto a quello che è il loro lavoro?

E lo so che qualcuno starà già pensando “ma non basta che li pago? Non basta che tutti i mesi gli mando un bonifico e gli rinnovo il contratto?”

La risposta potrebbe essere: NO! Oppure potrebbe essere: che tipo di persone vuoi a lavorare con te?

Se vuoi delle persone che si mettono davvero a lavorare per raggiungere la tua visione imprenditoriale, e ogni giorno sono estremamente dedite e focalizzate su questo e danno il 100% per questo, allora la risposta è di nuovo no. Non basta.

Il problema è che, per fare questo, le persone devono essere tenute “sveglie”. Sì, sveglie. Hai capito bene.

Non devono addormentarsi nella loro routine lavorativa. Devono essere stimolate a fare meglio, di più, più velocemente, in maniera più felice, più efficace, più performante.

Un dipendente o un collaboratore produttivo generalmente è una persona:

  • Ricca di entusiasmo
  • Che non si pone e non pone agli altri limiti
  • È proattivo
  • Fa quello che dici nel modo migliore possibile
  • Dice le cose come stanno
  • Chiede aiuto
  • Si mette in condizione di riuscire

Ma la lista potrebbe andare avanti.

La domanda giusta quindi diventa: come creo o anche più semplicemente, come mantengo una persona interessata all’obbiettivo che deve raggiungere per la mia azienda?

E le risposte in realtà sono due.

Ogni singolo dipendente o collaboratore dell’azienda deve essere legato emotivamente ed economicamente all’obbiettivo dell’azienda.

Partiamo dalla parte apparentemente più difficile.

L’engaging emotivo.

Forse ti avevo già raccontato della storia del piccolo attore che voleva interpretare Tom sayer nell isola della Disney di Tom sayer.

Quando Walt aveva deciso di ingaggiarlo, il ragazzino non era pronto per ricoprire quel ruolo.

Così il direttore andò da Walt a lamentarsi perché il ragazzo stava facendo ciò che secondo lui era giusto fare nel ruolo di Tom Sayer: ovvero battersi con tutti i ragazzini del parco che osavano sfidarlo.

Bene. Ricordi però la risposta che Walt diede al suo direttore quando andò da lui a lamentarsi?

“Quel ragazzino sta facendo il miglior Tom Sayer che lui sappia fare, è compito tuo renderlo il miglior Tom Sayer per la Disney. Ora vai a fare il tuo lavoro..”

Il nostro lavoro come imprenditori, a qualunque livello, è preparare le persone a seguire la visione che abbiamo.

È una cosa però abbastanza difficile da mettere in pratica sopratutto se la maggior parte del tuo tempo la passi a lavorare per l’erogazione del prodotto. Come tecnico, front-man, erogatore di corsi vari, e così via.

Ecco quindi che nasce l’esigenza di mettere dei direttori che seguono e formano le persone utili a raggiungere la visione e lo scopo imprenditoriale.

Qualche mese fa, parlando con un mio cliente che si ritrova ad avere svariati direttori all’interno della sua azienda, ci siamo accorti però che questi direttori non erano in grado di passare la visione e lo scopo aziendale agli altri componenti dell’azienda.

E sai perché? Perché la visione e l’obbiettivo dell’azienda non era chiaro nemmeno a loro.

A volte pensiamo che le cose siano più complicate di come sono in realtà.

Molto spesso la risposta invece è nella semplicità.

Le persone hanno bisogno di raccontarsi una storia e recitare uno script. E se non forniamo niente di tutto ciò, metteranno su nella loro testa qualcosa di estremamente contorto e difficile da comprendere perfino per se stessi e che non si avvicina minimamente alla visione dell’azienda.

Uno dei problemi principali infatti, una volta che ci siamo assicurati di avere le giuste persone a lavorare con noi, è proprio quello che Walt aveva con il piccolo attore che voleva fare Tom Sayer: ovvero la risorsa non era abbastanza preparata e non aveva capito i suoi obbiettivi.

L’obbiettivo del piccolo attore era quello di intrattenere le persone e i piccoli clienti che venivano a visitare il parco.

Perché lo scopo della Walt Disney company è esattamente questo.

Comincia perciò con il chiederti: quale è lo scopo della mia azienda?

Se non è chiaro nemmeno a te come imprenditore, come può essere chiaro alle persone che ti sono accanto?

Come può essere chiaro a delle persone a cui abbiamo affidato il compito e la responsabilità, (che ti ricordo vuol dire essere abili a rispondere) di portare la visione, lo scopo della nostra azienda nella testa di tutte le altre persone che compongono l’azienda?

Ecco, che per fare tutto questo ti serve di comprendere meglio qual è la tua cultura aziendale.

La cultura aziendale è esattamente lo script e la storia di cui hanno bisogno di tuoi collaboratori, direttori e dipendenti, per identificarsi e impersonare lo scopo aziendale.

  1. Perché e come è nata l’azienda? (Storia)
  2. Quale è il tuo obbiettivo da imprenditore?
  3. Cosa vuoi offrire ai tuoi clienti e perché vuoi aiutarli?
  4. Quali sono i valori aziendali su i quali l’azienda e stata fondata?
  5. Dove vuoi arrivare e perché è importante che le persone ti seguano?

È fondamentale che questi punti siano estremamente chiari, non solo a te, ma anche a tutte quante le figure chiave dell’azienda che a loro volta sappiano riportare questa chiarezza a chi ogni giorno mette in pratica la visione.

Per farti un esempio, i valori della Walt Disney company specialmente considerando i loro parchi a tema, sono:

  • Safety
  • Courtesy
  • Efficiency
  • Show

Ne parlo abbondantemente nel mio libro che puoi trovare qui:https://direttorevenditainaffitto.it/libro

Per il primo valore, ovvero Safety (sicurezza), non puoi sacrificare tutti gli altri.

Nonostante l’obbiettivo principale della Disney sia quello di intrattenere, comunque non può permettersi di avere incidenti e mettere in pericolo le persone.

Intrattenere porta con sé infatti una grandissima responsabilità all’interno di un parco a tema fatto di attrazioni.

Così via per tutti gli altri.

Ogni valore ha la sua scala di importanza che va da non sacrificabile per nessuno, al sacrificabile per tutti.

Il livello di complessità dei valori della Disney è talmente elevato che ci ho scritto un capitolo intero nel mio libro, quindi non starò qui a riportarlo.

Ma un lavoro del genere può esserti chiaro nella mente solo se rispondi a tutti i punti che abbiamo visto prima.

E indovina un po’? Le risposte ai quei punti sono il livello di engaging emotivo che devi creare nella tua azienda.

Tutti devono essere allineati a quei punti. Ma, cosa ancora più importante, tutti ci devono credere e devono sentirli propri.

È difficile? Sì. Allora come faccio a creare una cosa del genere?

Con la ripetizione costante e continua di tutti questi punti.

Non basta dirlo una volta e nemmeno due. Devi ripeterlo sempre, costantemente a ogni riunione.

Motivo per il quale Disney ha fondato la Disney University: l’accademia interna per preparare, formare e tenere costantemente aggiornati e “sul pezzo” i propri dipendenti e collaboratori.

Perché sapeva perfettamente che per costruire un sogno fatto di nuvole fluttuanti nel cervello di una persona e riportarlo nella realtà, c’era bisogno di persone coinvolte emotivamente che si svegliassero la mattina e ogni giorno della loro vita con la voglia di creare la Disney Company.

Del resto, la motivazione non è tutto ciò che muove il mondo?

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